Religiositá popolare

Testo tratto da: Giuseppe D'Amico, Carmine Tavarone "nella terra di Cuccaro Vetere"; Edizioni dell'Ippogrifo, anno 2003

"U' monaco pesa!"
  Una tradizione vecchia di secoli a Cuccaro é legata al pellegrinaggio in onore della Madonna del vicino Sacro Monte di Novi Velia che vien effettuato il giorno 8 settembre, giorno in cui la Chiesa festeggia la natività della Madonna. Non mancano, però, coloro i quali salgono sul Gelbison anche in occasione dell'apertura del santuario (ultima domenica di maggio) e di altre festività: 16 luglio (Madonna del Carmelo e 15 agosto (Festa dell'Assunta).
Anticamente, e fino al 1974, allorquando veniva ultimata la strada rotabile che parte da Novi Velia, si saliva a piedi. Naturalmente, la possibilità di fare il tratto in auto ha fatto aumentare vistosamente il numero dei fedeli (dai 15.000 visitatori degli anni '60 si é passari a circa 70.000 degli ultimi anni) ma, al tempo stesso, ha ristretfa i tempi del pellegrinaggio che oggi, solamente, dura una sola giornata. Tuttavia, i cuccaresi preferiscono fare a meno dell'automobile e la maggioranza dei fedeli continuano a salire a piedi nel rispetto della tradizione e degli antichi riti.
Ma come viene vissuta questa devozione. Il pellegrino partecipa all'esperienza del viaggio come a qualcosa di assolutamente nuovo - anche se è un nuovo offerto dalla tradizione — e di radicalmente diverso dalla vita quotidiana che egli conduce. Il viaggio si configura come l'occasione per essere, una volta tanto, altro dal solito; effettuare compere non necessarie; uscire da uno stato quotidiano di costrizione; incontrare gente nuova; vedere luoghi diversi.
  Anticamente i pellegrini, soprattutto quelli della Calabria, della Basilicata, del Golfo di Policastro e del Vallo di Diano (le zone piú vicine ai luoghi di provenienza dei monaci fondatori), raggiungevano Rofrano al termine di un viaggio spesso lunghissimo e, sempre a piedi, iniziavano l'ascesa verso il monte; nelle acque del fiume Sacrato si svolgeva il rito della purificazione (ma, al tempo stesso, ci si lavava pure); quindi, si riprendeva il viaggio fino alla valle di Montescuro (da qui è possibile vedere il santuario) dove ci si fermava per l'ultima tappa e si lasciava la pietra che i devoti della Madonna portavano duranre il viaggio. Salire portando una pietra aveva un valore catartico perchè la pietra rappresenta il peso del peccato che puó essere alleviato proprio con la penitenza.
La pietra penitenziale è definita "u' monaco" e questo appellativo pare sia dovuto ad una tradizione alquanto singolare che merita di essere conosciuta. Evidentemente, da Cuccaro il percorso é diverso cosí come diverse sono le modalitá del viaggio.
 

 

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